La Cattedrale di sale

Oggi nuovamente sveglia alle 7:30 e lotta con Juan per fargli fare la doccia (sì doveva farsela per buonissimi motivi). Alle 9:30 viene a prenderci lo stesso autista di ieri per portarci a Zipaquiria dove si trova la cattedrale di sale. Sul pulmino incontriamo un’altra coppia con due bimbe (una di 2 anni e mezzo e l’altra di 5 e mezzo) e poi carichiamo una coppia con una bimba di 11 mesi.
Il viaggio dura un’oretta, mentre attraversiamo prati verdi, tra montagne ancor più verdi.
La Cattedrale di Sale è una chiesa scavata in una miniera di sale. Si scende 33m lungo un percorso di 750m scavato nel sale e, dopo aver passato le stazioni della via crucis, si arriva al salone della cattedrale. È un’opera immensa, imponente, dominata da una croce alta 16m e larga 10. Purtroppo, come tutti i luoghi sotterranei, non rende l’idea delle dimensioni. Troppo facilmente l’occhio si fa ingannare pensando ad una saletta, anziché un salone. Il tragitto si svolge per lo più nell’oscurità, rischiarata qui e là da rade lampade. Il fondo è sconnesso, anch’esso scavato nel sale minerale.
Pranzo in un antico edificio, forse una stalla o una stazione postale o qualcosa del genere. C’è una buona scelta di piatti tipici.
Al pomeriggio, prima di rientrare a Bogotà, giro per la cittadina vicina. Un paesino molto caratteristico con una bella chiesa in pietra e mattoni e le casette tutte colorate.
A Bogotà ci fermiamo dal nostro avvocato di fiducia che ci prepara un po’ di carte (tipo cartomante) e ci dà la lieta novella che probabilmente potremo fare richiesta del visto già martedì e quindi ritirarlo mercoledì. Ai più attenti lettori non sarà sfuggito che il visto è l’ultimo passaggio prima del rientro in Italia…
Domani andremo a fare i passaporti per i bambini. Ci aspettiamo un po’ di muro da parte di Juan che, comprensibilmente, sta iniziando a realizzare che ormai manca poco all’abbandono del paese dov’è nato, dove capisce la gente che parla, dove conosce quello che si mangia.
Ci hanno raccontato di una famiglia che è partita oggi: il bambino aveva gli occhi sgranati ed è stato nervoso per tutto il pomeriggio e prima di partire ha salutato tutti con baci e abbracci.
Quiz della domenica sera: se mentre riprendi tuo figlio gli dici “guardami in faccia” e lui chiude gli occhi, che fai?
Per abuelo Nando, questa sera ho raccontato la tua storia a Juan. Non ho avuto problemi con la traduzione perché gliel’ho raccontata in italiano. Credo anche che abbia capito qualcosa perché ogni tanto ridacchiava. Alla fine ha detto che gli è piaciuta. Per favore, un’altra. 😀

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