La seconda settimana già scollina

Eh sì, domani sono già due settimane che siamo rimpatriati! E io sono a metà della prima settimana di lavoro dal rientro.Tante cose sono cambiate dalla Colombia. Prima di tutto non siamo più … in vacanza. Cioè non è che fossimo in Vacanza (con la V maiuscola), ma comunque eravamo in una pensione dove non dovevamo preoccuparci delle Faccende Quotidiane come: preparare da mangiare, fare la spesa, pulire la casa, lavare i vestiti… insomma le cose che tutti facciamo nella quotidianità.
L’altro aspetto di grande cambiamento, a cui avevamo già accennato, è relativo a Juan e Mariana. Adesso sembra che stiano meglio, molto meglio. Probabilmente più tranquilli, più sicuri, più famiglia. Le crisi sono sparite del tutto per lasciare posto a sporadiche opposizioni, rari lanci di oggetti, qualche impuntamento… insomma normali cose da bambini senza dentro tutta la rabbia e la drammaticità e la … bruttura che abbiamo visto il mese scorso.
L’idea che ci siamo fatti è che Juan abbia avuto delle conferme che probabilmente gli mancavano e lo rendevano nervoso e insicuro, pronto a metterci alla prova su tutto. La conferma principale è che adesso veramente siamo in Italia, a casa, proprio come ci aveva chiesto il giorno dell’incontro “Quando andiamo in Italia?” Probabilmente nel suo desiderio di allontanarsi, di avere una Famiglia, di cambiare vita c’era l’angoscia del salto nel buio, c’era la paura di rimanere in Colombia, di essere rifiutato anche da noi.
Siamo convinti che queste cose non spariscono nel giro di una notte e che in una forma o nell’altra si riaffacceranno nella nostra vita famigliare. Solo speriamo che siano addomesticate dal benessere, nel senso di “stare bene”, che vediamo in Juan e Mariana in questi giorni.
Iniziamo a vedere qualche regressione. Forse c’erano anche prima, ma era difficile distinguerle nella tempesta emotiva a cui eravamo sottoposti. Le regressioni sono i “recuperi” delle cose che sono mancate che si manifestano durante il periodo di attaccamento, cioè quel periodo in cui i bambini diventano figli.
Ad esempio spessissimo Juan vuole essere preso in braccio, anche per andare da una stanza all’altra e, cosa stupenda, si fa prendere in braccio anche da Ale. Tutt’e due vogliono spesso essere imboccati con la scusa che non gli piace quello che si trovano nel piatto (è chiaramente una scusa perchè alla fine sbafano tutto). Anzi, a proposito di cibo, i problemi di alimentazione di Juan sono praticamente scomparsi, addirittura ci sembra, confrontando le foto di adesso con quelle dei primi giorni, che sia un pochino più “pieno” in viso.
Ci chiedono di essere vestiti, di essere lavati… insomma tutto quello che probabilmente è mancato loro fino ad oggi e che sicuramente è mancato con questi due nuovi genitori.
Domenica scorsa abbiamo fatto la festa di benvenuto con tutta la famiglia… 24 persone, dai 6 mesi ai 70 anni. Loro sono stati al centro dell’attenzione e si sono divertiti giocando con i cuginetti e gli zii.
Da lunedì ho ricominciato a lavorare. Eravamo un po’ preoccupati per questo cambiamento sia perchè era un cambiamento, sia perchè Ale si trovava a dover gestire il dinamico duo, in particolare Juan. A metà giornata ho chiamato casa con una certa apprensione per verificare se tutto andava bene. Mi ha risposto Mariana che poi mi ha passato Juan che poi mi ha passato Ale e alla fine ha voluto parlare ancora Mariana. Tutto bene, anzi mi stavano preparando una sorpresa… che Mariana non è riuscita a tenere completamente segreta.
La sera mi hanno accolto festosamente e sorpresa mi hanno mostrato la fattoria fatta con il Didò!
Juan adesso abbraccia regolarmente Ale. Anzi quando siamo insieme ci abbraccia tutt’e due insieme, prende le nostre mani, le intreccia e le abbraccia con un’espressione beata sul volto. L’ultima trovata è quella di prendere le nostre teste e gentilmente girarle in modo che ci guardiamo, invitandoci a baciarci. E lui ridacchia, chiude gli occhi, la fronte distesa, rilassata, l’espressione di gioia, assaporando questo momento a fondo, sorride sereno, di quel sorriso e di quella serenità che sono la benedizione dei genitori.
Non possiamo non sentirci orgogliosi dei nostri bimbi, cose che già si vedevano, ma ora che hanno trovato una loro serenità o quantomeno un certo equilibrio, esplodono evidenti in tutta la loro bellezza. Mariana che chiede scusa quando inavvertitamente ci prende dentro, Juan che mi chiede di ringraziare i colleghi per i regali che hanno fatto loro, ancora Juan che rifiuta le patatine dallo zio dopo che gli ho detto di non mangiarne più, Mariana che ti offre il suo cibo e Juan che mette da parte le caramelle per me e Ale… forse un po’ soldatini? Può essere, ma pensiamo che questa sia la loro natura e che quando supereranno il fardello che la vita ha dato loro fioriranno in tutto il loro splendore.

La torta della festa con le bandiere della Colombia e dell’Italia colorate da Juan e Mariana
Ecco la “sorpresa” del primo giorno di lavoro.

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