Per quest’anno non cambiare…

… stessa spiaggia, stesso mare.
Ormai siamo entrati nella routine della vacanze, se di routine si può parlare, dove il problema maggiore è costituito da in quale ristorante andare a mangiare la sera. Non crolliamo ancora dal sonno e quindi possiamo spendere due parole per tutti gli ansiosi (e anche i meno ansiosi) all’ascolto.
Innanzitutto il viaggio. Era una delle nostre maggiori preoccupazioni: come avrebbero reagito Juan e Mariana ad un viaggio pesantuccio anche per un “cresciuto” di quasi 3gg. In realtà hanno sopportato benissimo: non hanno battuto ciglio per le levatacce, per le difficoltà pratiche di mangiare e dormire in viaggio. Anzi sul traghetto alla fine si trovavano così bene che quasi abbiamo dovuto convincerli a scendere.
Certo qualche ansia c’è stata, qualche scossa da sballottamento. Cioè quelle cose che per i nostri figli probabilmente succedono indipendentemente dalla lunghezza del viaggio (probabilmente anche con 1h di aereo), ma come conseguenza del fatto che si cambia ambiente. Quindi hanno passato i primi giorni a litigare tra di loro, a martellare sulle relazioni con noi con una ricerca continua di attenzione. Per contro in spiaggia si sono sempre divertiti come matti, i primi giorni avevano un entusiasmo, una voglia di assaporare fino in fondo quell’attimo come se dovesse finire da un momento all’altro.
In acqua sono una cosa incredibile… certo c’è l’orgoglio di genitori, ma sono davvero incredibili. Juan era un po’ più rigido, timoroso, il primo giorno, adesso bisogna ricordargli di stare dove tocca quando non ha i braccioli. Si è impadronito della maschera e non la molla nemmeno quando si riscalda al sole. Mariana non ha mai avuto timori, a dispetto anche di qualche bevuta. Arriva, parte, dà ordini (tienimi, lasciami, tienimi, lasciami). Ha voluto provare senza braccioli e si è buttata a nuotare… ovviamente è andata sotto, ma questo non l’ha minimamente dissuasa a rientrare in acqua (con i braccioli).

Siamo in onda!
Grand Slam!
La Barbie ha fatto i fanghi… adesso ha una pelle bellisssssima.
Facciamo uno scherzone al papà, quando passa gli facciamo “bu!”
Un cucciolo di gatto e una serata intera a spiegare perchè non possiamo portarlo dall’Alice (senza parlare poi del dubbio che la mamma gatta non lo curasse bene).

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