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Filastrocca dei segreti pesanti

Ho nascosto quella cosa in fondo a me
perché se non la vedo lei non c’è.
Non ne parlo per non essere più triste
perché se non la dico non esiste.
Ma laggiù in fondo a me nel buio denso
anche se non la vedo io ci penso
e lei beve quel buio come inchiostro
e cresce sempre più, diventa un mostro.
Ma io so cosa ai mostri fa paura:
il sole che taglia in due la notte scura.
Apro la mia finestra a questo sole
ed apro la mia bocca alle parole.
Ne parlo con la mamma, con l’amico…
tu mi spaventi Mostro ed io… ti dico!
E tu ti sciogli in un po’ di porcheria.
Mi dai un ultimo morso e fuggi via.
Mi rimane una bella cicatrice dove
è scritto “Mostro morde, uomo dice!”
(da “Il segreto di Fata Lina”)

Domenica pomeriggio

Domenica pomeriggio, fuori potrebbe nevicare, forse si, forse no, le previsioni meteo non sono uno dei fiori all’occhiello della nazione.

Finalmente Juan scopre il fascino del meccano (è bastato un mesetto, da Natale ad oggi). L’elicottero l’ha costruito tutto lui e se pensate che sia semplice provateci voi.
Intanto, sulla porta della cucina appariva questo strano messaggio.
Entro e mi trovo davanti mani che impastano e preparano focaccine con movimenti esperti.
Ed ecco Mariana la Cuoca (come il suo cappello ricorda ai più distratti).
E c’è anche la “socia”.
Queste focaccine, fatte con tanta maestria e tanto amore, erano buonissime, ce le siamo pappate a quattro palmenti.

Parlami d’amore

(Michel Quoist – dal testo “Parlami d’amore”)
“Ascoltatemi ancora,
si dice infatti che dalla bocca dei bambini viene la verità:
se sono un bambino, sfuggito dal carnaio notturno,
trattenuto da un filo d’amore lanciato da chissà dove.
Se sono un bambino caduto dal nido, abbandonato da padre e madre,
rapiti o mortalmente feriti alle sbarre della loro gabbia.
Se sono un bambino nudo, senza panni d’amore, o con panni imprestati,
ma col diritto di vivere, perché sono vivo.
E se nello stesso istante persone innamorate piangono davanti a una
culla vuota,
consumandosi nel desiderio di accarezzare un bambino.
Se sono ricchi d’amore che ritengono sprecato, e vogliono
gratuitamente donarlo,
perché cresca e fiorisca ciò che non hanno piantato.
Allora voglio che vengano silenziosamente a chiedermi
se io desidero adottarli come miei genitori del cuore.
Ma non voglio dei fanatici del bambino, come collezionisti d’arte
che cercano febbrilmente il pezzo raro che manca alla loro vetrina.
Non voglio clienti che hanno fatto l’ordinazione e, pagata la fattura,
reclamano il loro bebè prefabbricato.
Perché non sono fatto per salvare genitori dalle membra amputate,
ma loro sono stati fatti, misterioso percorso, magnifico progetto,
per salvare dei bambini dal cuore malato, forse anche condannato.
E sarà come addormentarci l’un l’altro.
Io berrò il latte di cui ignoravo il sapore,
ascolterò musiche sconosciute, imparerò nuove canzoni
sulle vostre dita, sulle vostre labbra genitori adottati,
decifrerò lentamente l’alfabeto della tenerezza.
E l’amore sconosciuto per me prenderà volto
alla luce dei vostri occhi.
Voi innesterete le vostre vite sulla mia crescita selvatica
e grazie a voi io rinascerò una seconda volta.
Così sarò ricco di quattro genitori,
due lo saranno della mia carne e due del mio cuore e della mia carne
cresciuta.
Voi non giudicherete i miei genitori sconosciuti,
li ringrazierete e mi aiuterete a rispettarli.
Perché dovrò riuscire lo so, ad amarli nell’ombra,
se un giorno vorrò poterli amare nella luce.
E se in una sera di tempesta, adolescente focoso, impacciato di me
stesso, io vi rimprovererò di avermi accolto,
non vi addolorate, ma amatemi ancor di più:
lo sapete, perché un innesto prenda ci vuole una ferita e, chiusa la
ferita, rimane la cicatrice.
Ma io sogno.
Io sogno perché non sono che un bambino in viaggio,
lontano dalla terra ferma,
la mia parola è muta e il mio canto senza musica.
Ciò che vi dico piano non potrò dirlo ad alta voce, se non il giorno
in cui, avendomi voi adottato,
mi avrete messo in cuore tanto amore e autentica libertà,
sulle mie labbra parole sufficienti,
perché possa dire: papà, mamma, io vi scelgo e vi adotto
allora saprete che il vostro amore è dono, e che è riuscito”

2011: la prima metà

Riding e scherzing anche un po’ più della prima metà del 2011 è passata. Ed è anche passato un sacco di tempo dall’ultima volta che abbiamo aggiornato il nostro blog.Tante cose ci sarebbero da dire e scrivere, ad esempio sulla vocazione al martirio degli ado-genitori, ma una tra tutte merita tanto (e poi è così fresca e recente che ho paura a lasciarla andare). Questa sera Mariana ha detto alla mamma: “Ti voglio bene, così tanto che non riesco a contarlo… ma io non lo conto perchè l’amore non si conta”.

E iniziamo da Carnevale. E più precisamente dal carnevale di Cantalupo.
Mai sentito parlare? Male, dopo Viareggio è uno dei carnevali più famosi.
Provare per credere (oddio, forse dopo le ultime cronache in merito non è una frase così fortunata). Comunque c’è una bella sfilata di carri. Secondo noi merita.
Oltre a questo di carri ce n’erano veramente tanti, ma bisogna pur selezionare le foto.
A Marzo faceva già caldo, quasi più caldo che adesso (non che ci voglia molto… a momenti nevica), così andiamo a fare un giro al parco delle Cornelle.
L’animale più suggestivo (a parte noi) è la tigre invisibile che sta in una piccola gabbia all’apparenza vuota… no eh? Be’ io comunque la mano non la metterei.
L’animale più triste che abbiamo visto (e purtroppo negli zoo ce ne sono tanti e le Cornelle non fa eccezione) è l’orso che Mariana sta guardando in questa foto. Un orso grosso, seduto e fermo, con un’espressione vuota che ti fa male dentro.
Questo, per Juan e Mariana, è stato l’anno dei pattini. Calzati e via sulla pista con tempi di apprendimento nulli. Uno spettacolo!
Tanti Auguri Mamma! Cosa c’è di meglio di una bella Hello Kitty sulla torta?
L’Hello Kitty è stato composto da Mariana senza aiuti. Nessun gatto è stato maltrattato (nemmeno l’Alice che non ha dovuto fare da modella), ma le meringhe sono state sbafate senza nessuna pietà.
Tante cose ci sarebbero da scrivere sul calcio e Juan. Cose faticose e difficili e qualcuna anche un po’ arrabbiata. Ma non è certo questa la sede.
Questa è la prima partita di Juan. Tanta tensione, nessun goal, ma belle difese e qualche assist.
Il 2 giugno è il compleanno di Juan (e anche la festa della Repubblica, non che la sentiamo particolarmente, lo scrivo giusto per i 150 anni… no, non di Juan).
Cosa sarà? Impossibile a capirsi!
Qualche ora dopo e a più di cento km da prima, ai piedi di un Juan felice come una Pasqua, ecco il regalo! L’aveva persino sognato, ed essendo praticamente l’unico sogno che ci ha raccontato non potevamo certo scegliere qualcosa d’altro.
Tornolo è stupenda in queste stagioni, quando il turismo di villeggiatura non è ancora arrivato. Sembra quasi che l’uomo entri con timore e deferenza nell’equilibrio con la natura…
… l’uomo in generale, intendo. I bambini, in queste occasioni, non sanno nemmeno dove stiano di casa il timore e la deferenza. Cmq ecco Juan che in pochi minuti ha già padroneggiato il mezzo e si avventura per la pista ciclabile, pardon pattinabile.
E per festeggiare (visto che a pranzo avevamo consumato un panino, non particolarmente felice, al bar dei vigili del fuoco di Borgotaro) cena al ristorante… con bacio della mamma …
… che provoca strani effetti (meglio questi di altri).
Scrivevo sopra che è bella la natura nelle giornate nuvole e di pioggia,
ma con il sole è meglio!
e in compagnia (se la luna è buona) ancora di più!
Ecco Alice mentre si allena per il concorso 500 gatti in una 500. E’ una cosa completamente volontaria e Alice, quando ha visto la scatoletta, non ha saputo resistere: op! Ed era dentro. Obiettivo raggiunto (anche se non proprio comodissimo)
Verso metà giugno, al Campo dei Fiori di Varese c’era questa simpatica iniziativa: i giochi di una volta, con giochi, attività e laboratori. Si può provare la mountain bike su un vero (o quasi) mountain trail.
I trampoli. Ecco una delle cose che ho capito dei giochi di una volta è che erano pericolosi (e questo può forse spiegare perchè erano di una volta e non sono più di adesso). Spilloni, bastoni che finiscono negli occhi (o perlomeno ci provano), sassi e proiettili vari che volano… insomma da buon genitore mi sento più tranquillo a pensarli al passato.
Juan si prepara per uno dei meno pericolosi: il giro dell’oca vivente. Probabilmente ai tempi al posto del dadone di gommapiuma si lanciava una mazza chiodata o ci si tiravano dei sassi. Ringraziamo gli organizzatori per l’adattamento.
Uno dei laboratori permetteva ai bambini di costruire il proprio cavalluccio di legno. Una bella attività, creativa. Il risultato un oggetto quantomai delicato che si è disfato nel giro di una decina di minuti esponendo chiodi e schegge di legno.
Per la cronaca i cavallucci sono ancora in cameretta, ignorati dai pargoli, un po’ meno dal papà e dalla mamma che li devono scavalcare o spostare per aprire e chiudere la tapparella o fare i mestieri… giochi appassionanti quelli di una volta!
Anche questo può sembrare un gioco dall’aria innocua… be’ quasi, tanti bastoni, tanti bambini tutti vicino che guardano le cose da pescare anzichè la punta del bastone… sono sempre più convinto che i bambini abbiano 7 vite come i gatti. Anche Alice lo crede.

Fine, per il momento, vedo che mancano ancora le foto della montagna, ma se le metto adesso rischio di arrivare a settembre e dover aggiungere quelle del mare.

Cristina e Vladislav

Sicuramente una delle scene che mi è rimasta più impressa del film Bianco, Rosso e Verdone è quella conclusiva al seggio elettorale, dove scrutatori, presidenti di seggio e ispettori si accapigliano sul voto, mentre a terra giace ignorata da tutti, figlio a parte, una donna.La sensazione, leggendo questo articolo è un po’ la stessa. Il rischio di accapigliarsi sul diritto all’adozione tra coppie etero/omo, single o altro, tra posizioni del Vaticano, del governo, dell’unione europea, dell’opinione pubblica è altissimo, a fronte del fatto che tale diritto non esiste. Lo ripeto, non esiste il diritto all’adozione. Esiste il diritto di tutela dell’interesse superiore dei bambini.
E questo diritto non deve essere scambiato per un’autorizzazione ad utilizzare l’adozione per “sistemare” tutti quei bambini che vivono situazioni disagiate, Chernobyl, Haiti o qualsiasi altro posto colpito da tragedie dove, a farne le spese, sono, in primis i bambini.
I bambini non sono merce il cui fine è soddisfare i nostri desideri di genitorialità, nè l’adozione è un mezzo per mettere al sicuro un bambino. L’adozione è e deve essere l’ultima ratio per dare una famiglia ad un bambino. Una famiglia! Non un atto filantropico. Non si persegue il bene ultimo di un bambino strappandolo alla sua famiglia d’origine, al suo ambiente, dal suo tessuto sociale, per salvarlo dalle radiazioni, dalle miniere, dalle bande di mercenari. Per queste cose l’aiuto (che deve esserci) deve arrivare per altre vie.
L’adozione è per sempre e ha a che fare con la famiglia, non con l’aiuto umanitario.
Non dico che nel caso dell’articolo i diritti di Vladislav non siano stati rispettati o ci siano stati vizi nelle procedure, ma sinceramente avrei preferito leggere la vicenda dal suo punto di vista, mi sarebbe piaciuto sapere se quel bambino si trovava veramente in stato di abbandono, se veramente nessuno dei famigliari o dei parenti più stretti avrebbe potuto farsene carico evitandogli un trauma ancora più forte.
Detto questo, auguro a Vladislav il meglio, ma soprattutto di poter vivere la sua vita serenamente e lontano dai riflettori, di non essere sbandierato a mo’ di esemplare raro per le cause dei grandi.

Natale, Compleanno e Alpe

Luce dorata, a volte il sacrificio di alzarsi all’alba è ampiamente ricompensato e per un attimo si può pensare anche di non essere a Castellanza.
L’approssimarsi del Natale è scandito dai vari rituali, tra cui i preparativi di presepe e albero.
Pupppazzo!!
Un giorno dopo l’altro anche l’avvento finisce ed arriva il Natale… quest’anno è arrivato verso le 5:30am con il gioioso (e forse un po’ troppo stentoreo) augurio di Buon Natale, seguito da “possiamo andare ad aprire i regali?”
Siamo riusciti a tergiversare almeno fino alle 7:30am, ma poi abbiamo dovuto capitolare.
Anche Alice aveva il suo regalo, qui si vede soddisfatta che controlla tutte le carte regalo.
Natale non è praticamente ancora finito che già arriva il compleanno di Mariana!
Rimane praticamente il tempo di fare le valige e poi via di nuovo verso l’Alpe di Siusi
Romantica, la corsa sulla slitta a cavallo è per antonomasia l’apoteosi della romanticheria. Nel mondo reale però la scia di puzza equina (e di quello che gli equini lasciano a volte dietro di sè) è così forte che per i poveri passeggeri è l’ultimo pensiero (probabilmente diventa immediatamente l’ultimo pensiero anche per le persone che si troveranno in loro compagnia dopo a gita) (sicuramente è l’ultimo pensiero per i poveri cavalli che sudati e affaticati trascinano slitte e turisti su e giù per le montagne).
Quest’anno Juan ha provato sci da discesa. Con i consigli e l’insegnamento della zia in una giornata è riuscito a padroneggiare perfettamente lo spazzaneve.
Gita ad Ortisei.